Sei Cento Uno
Tutte le cose sono in calore per te,
ebbre, mio Dio, del tuo saliscendi
d'avorio fine, lavorato scettro ipogeo
con cui governi il mondo e pasci
greggi che ruminano le tue parole
come sale grosso non correttamente
disciolto. Tutte le cose mi
tormentano: si voltano al tuo passaggio
con la mollezza snodata dei girasoli,
antenne sintonizzate a mezzodì sulla bianca
sepoltura dei tuoi muscoli, linoleum di gambe
nervose, sottili giunchiglie ben allenate
nell'oratorio di non so quale pastore.
Che vuoi che io possa darti?
Tu che hai già tutto e fatichi a
trattenerlo non per incuria ma per
insana sbadataggine: bello quanto
un Mercurio ti soffi via la felicità con uno starnuto.