Sei Cento Ventitre
O è joule o anestesia, ma io non sono da montagne
russe: una sedia a capotavola è già la mia vertigine.
Ho il cuore in superficie, all'imbocco come il vomito
della bulemica, maremoto sotto pelle, l'osso esclamativo
nel tema dello stento, il totano evocato dagli abissi.
O è giostra od orfanotrofio, shock od epidemia:
tu puoi uccidermi e salvarmi, solo non ti
rendi conto che l'ancora è la lama, la
rete come il cappio e che in tutta
questa confusione, mi tumuli
lavandomi alla luce.
Così che non distinui il mio respiro
dall'ingoio, l'apnea dal suo siamese
in sonno. E la sirena del tuo soccorso
stasera è come il lugubre corteo
dei cavalli in grassetto.