Seme
Un qualunque bar, in una qualsiasi città in un tempo senza tempo, due anime si rincontrano.
Un tavolino rotondo garantisce prudenti distanze.
Non si guardano negli occhi, ma scrutano veloci appena l’altro volge il suo sguardo altrove.
Occhi che cercano conferme, che in quel volto, quel corpo, ci sia, anzi sia, la persona che conoscevano. Occhi che notano le impronte del tempo con i loro inevitabili cambiamenti.
Parole. Raccontano ma non si ascoltano, non ascoltano; Corrono veloci ma la mente è tutta un fermento.
Sono in sottofondo, sono la colonna sonora di un incontro. Volano leggere, spariscono, poi leggere ritornano.
La potenza di quell’istante è una potenza muta.
Potenza di un seme, nascosto nel cuore, che germoglia sotto i loro occhi, venuto da chi sa dove, piantato da chi sa quale mano. Scherzo della natura cresce senza aver chiesto il permesso, era sempre stato lì, attendendo anni, il giusto istante. Resistendo alle intemperie, alla siccità, ai tanti piedi che lo hanno calpestato.
In un tempo senza tempo, due anime si rincontrano, le prudenti distanze sono ormai inutili distanze