Senza
Sono crollato con le notti compagne
Nel caldo bagliore dell’arcano manto:
una noce saldata dentro il mallo.
Senza il ripiego di soffici illusioni.
fottuto dall’impulso che t’acceca.
Senza monti di Venere ritmati o veri.
senza il tepore d’un perenne nido
intessuto di corallo acuminato.
Vivo su rive di oceani genuflesso;
cormorani, paci agognate e ninfe senza veli,
movenze del vagito di me stesso:
bimbo deforme nato più distante.
Mi danno scacco e sogghignano spietate
diafane gambe, vanghe indolenti
si schiantano nel granito vigoroso.
Magico soffio di un flauto senza fori: m’incanto;
mi conduce questo suono cupo
dietro una lumaca dalla scia maestra.
con le notti nemiche, nel nitido buio.