Serenata Urbana

In un quartiere d'ombre e luce,
dove il giorno si svela e la notte seduce,
c'è un mistero che nel buio si spiega,
tra le strade dove il silenzio dispera.

Dedicata alla cagna del vicino incivile,
che con abbai incessanti turba il tranquillo profilo,
un'ode a quella voce dal tono ribelle,
che al sonno dei giusti è un feroce flagello.

Perché, o cagna del vicino indiscreto,
sventoli il tuo latrato nel silenzio quieto?
Forse cerchi risposte tra le stelle del cielo,
o soltanto la compagnia di un sogno rubato?

Le tue grida risuonano tra i vicoli stretti,
come un canto di dissenso tra i mattoni perfetti,
ma forse dietro l'urlo si cela un segreto,
un'eco di solitudine, un pianto incompleto.

Oh cagna dal pelo nero come la notte,
che disturbi il sonno, ma forse hai un motivo,
in questa città di ombre e di riflessi,
dove il silenzio nasconde segreti intricati.

Sei tu la sentinella di un cuore sperduto,
o la voce di un'anima dal destino corrotto?
In questa poesia libera, ti dedico un momento,
alla cagna del vicino, un enigma nel vento.

Che il tuo abbaiare trovi pace nel firmamento,
e che il tuo cuore trovi il suo intento.
Nelle notti di quiete, tra stelle e misteri,
la tua voce si plachi, cagna degli abissi.