Poesia
Sessantacinque
Non mi manca niente per essere morta: ho carne
che non da carne, una scatola che ha abortito
il peso. Ho un ventre che sa di deserto,
la marcescenza come primavera.
Sulla mia lingua non ho allestito
una stanza da culla, ho braccia
mai stanche e notti vergini dal pianto.
No, non mi manca niente per essere morta.
Eppure sto impiccata alla vita in forma
di fine, sono altalena di uno sforzo rimandato.