Settantadue

Oggi mi chiedo come verrà Giugno,
podalico e stanco, la mano fra le spighe,
i piedi con  gli occhi a spruzzare il mondo di un battito.
Me lo chiedo perchè fino a ieri, fino a Novembre,
sapevo  come avrebbe sbadigliato quel ventre,
sputandolo afoso, impolverato dall'ultimo fasciame di rose.
Adesso che non ho sonno in cui non mi appari,  punto
quella chiostra di trenta grani che fanno un rosario e
se devo pensarmi in un mare, mi spero nel tuo.