Sette giorni
"Sette giorni",
questo il mio prezzo,
tanto il mio tempo.
Sono diventata un carnefice.
Parole crudeli e non vere
pestate con rabbia sui tasti di un computer
per ferire senza tregua chi amo
e non posso avere.
Telefoni chiusi in faccia
ad un destino in cui non riesco a credere
e che sto sgretolando
con costruite bugie.
Sono diventata un carnefice.
Muro davanti ai singhiozzi di un padre,
mentre scivolano adulte lacrime imbarazzanti.
Un "no" che uccide una speranza,
proferito senza pietà
lasciando sospese nel vuoto
braccia tese per un abbraccio
chiesto e non dato.
Sono diventata un carnefice.
Orecchie da mercante
a parole preoccupate di una madre distante
che in fondo
dispensa gustose ricette
e chiede solo un pò d'amore.
Continuo a chiudere conversazioni
con promesse che non mantengo.
Sono diventata un carnefice.
Piccoli grandi occhi azzurri
che implorano alla mamma
fiduciose preghiere non ascoltate,
mentre la voce crudele sciorina false accuse
a quella piccola mente
che non può comprenderne la causa.
Sono diventata un carnefice.
Piccoli grandi occhi rosa
che si riempiono di lacrime
sotto un volto cattivo
e irriconoscibile
che urla parole incomprensibili
mentre la mano continua ad abbattersi senza motivo,
sorda a quel "mamma no"
sussurrato nel pianto.
Sono diventata un carnefice.
Ho mandato via colui
senza il quale oggi non ha più senso la mia vita,
al quale non riesco a dire quanto mi manchi.
Ho deluso chi mi ha generato,
sfuggendo gesti amorevoli.
Ho fatto paura alla carne della mia carne,
ho spaventato i miei cuori innocenti
ho fatto piangere i miei bambini.
Non ho saputo dimostrare a chi amo
di amare.
Sono diventata un carnefice.
So solo generare vittime intorno a me.
La sentenza è arrivata: "colpevole per non amore"
Ho meritato la mia condanna a morte.
"Sette giorni".
Sette giorni di tempo.
Poi la fine.
Tanto è stata valutata la mia vita,
questo il prezzo scrittomi sull'etichetta.
Condannata alla pena capitale
ho iniziato il conto alla rovescia.
Fuggite tutti lontano da me.
Fuggite.
Sono diventata un carnefice.
Lasciatemi andare al patibolo da sola.
Non voglio nessuno che pianga per me.
È questo che merita chi non ama.
Dopo la mia morte
abbiate solo la gentilezza
di non conservare le mie ceneri.
Buttatele via
e con esse il male che ho fatto
a chi non ho saputo amare.
Sono diventata un carnefice. Non pregate per me.
Dimenticatemi.