Si alza un grido

Si alza un grido, inciso nel vento,
un'eco di ceneri tra cieli spenti,
lingue di fumo che sfiorano il firmamento,
l’urlo di chi non ebbe più domani.

Laggiù, dove il tempo si fece silenzio,
e l’umano si spezzò nell’abisso,
le mani tremanti d’un popolo in catene
scrissero dolore sopra muri invisibili.

Si spezzò la luce nei vagoni ciechi,
un carico d’anime, fragili sospiri,
mentre il ferro cantava il suo lamento,
verso lande d’ombra, campi di sterpi e spine.

Oh memoria, custode del pianto antico,
non lasciar che l’oblio scolpisca l’orrore,
ché in ogni nome disperso nel nulla
risuona la vita, che osò resistere.

Ricordiamo i volti, le storie rubate,
il fremito d’un cuore, il sorriso disperso.
Perché nel buio fitto d’atroce disfatta
splenda il dovere d’un eterno ricordo.