Sinfonia degli Abissi

Chi sono le orche, danzatrici degli abissi,
Sotto la luna, tra le onde sottili.
Vogliono forse il mistero degli oceani,
O forse solo il canto delle sirene.

Nel blu profondo, dove l'ombra si tinge,
Si dipanano storie antiche, silenziose.
Orche, guardiane di segreti sommersi,
Tra l'umido abbraccio di coralli immensi.

Vogliono forse sfidare il destino,
Navigare oltre le leggi del mare,
O forse solo perdersi nella melodia
Che l'oceano intona al calar della sera.

Ironiche creature dell'abisso,
Ridono con le bolle, giocano con le onde.
Vogliono forse capire il senso
Dell'eternità che il mare racchiude.

Intense occhiate nello sconfinato,
Chinano il capo tra le alghe fluide.
Cantano forse a una luna complice,
O forse solo a se stesse, nell'eco dell'oceano.

Sensibili alle armonie marine,
Le orche danzano in un balletto senza fine.
Vogliono forse assaporare la dolcezza
Della libertà che solo il mare regala.

Argomentate nei movimenti fluidi,
Le orche tracciano solchi di vita.
Vogliono forse comprendere il significato
Dell'esistenza in un mondo sommerso.

In questa sinfonia degli abissi,
Le orche sono note di un canto eterno.
Vogliono forse essere l'eco
Di un'armonia che sfugge alla nostra comprensione.

Così, tra il profondo e l'infinito,
Le orche danzano nel loro mistero.
Chi sono? Cosa vogliono?
Forse solo esistere nell'oceano, senza perché.