Solita estate
Ringrazio coloro che saranno così temerari da arrivare fino in fondo. È una poesia lunga che narra uno spaccato di vita italiana.
All’improvviso
arrivò l’estate
un’estate calda
dal cielo terso
il cui azzurro cobalto
si specchiava nel mare
si affollò la spiaggia
di varia gente
giovani aitanti
dalle larghe spalle
e comuni mortali
dall’epa molle
di seni al vento
sodi e belli
e di altri flaccidi
le cui pelli
accompagnavano
una cellulite stagnante
s’affollò di ombrelloni
volteggianti aquiloni
e di sdraio colorate
a righe orizzontali
di schiamazzi e giochi
di libri mai letti
e di odore di canfora
di massaggiatrici
dagli occhi stretti
s’affollò di musica
e danza aerobica
di cani portati al guinzaglio
e di pareo annotati in vita
di cosce marmoree
e di quelle varicose
di gelati leccati
di noce di cocco
venduta da un carretto
e dall’urlo sempre quello
“cocco cocco
cocco bello”
un’estate fatta d’amarene
orzata e menta
di tè alla pesca e al limone
di succo ace
di coca e le sue bollicine
di gelati consumati
al Glacia
ma anche un’estate
di bomboloni caldi alla crema
di calamari fritti
di cene a lume di candela
di passeggiate al chiaro di luna
di bancarelle piene di false firme
e di originale mai una
arrivò l’estate degli amoretti
dei baci dati rubati e sognati
di discussioni seduti sui muretti
di petting nella pineta
o sulla spiaggia di notte
di canzoni cantate
intorno ad un falò
un’estate di parole
intonando “La canzone del sole”
quell’estate che appaga
guardando la luna piena
passeggiando di notte
sul bagnasciuga
tenendo per mano
la prima pulzella
rimediata al baretto
che non è poi manco
tanto bella
ma quel che conta
si sa
è che ci sta
un’estate fatta anche
di anziani e delle loro bocce
del punto perso
e di quello preso
delle bestemmie quasi
come un rosario
di lunghi ramino
di briscola e tresette
e tutto intorno un corollario
di curiosi mai stanchi
che buttano l’occhio
a guardar le tette
della giovinetta
dal bikini ridotto
l’estate dei tanti
troppi “Fantozzi”
autisti della domenica
che usano la macchina
per 10 chilometri
e per le ferie se ne fanno 700
magari imboccando
l’autostrada al contrario
la solita estate
dove incontri
il solito “Filini”
oppure quello che
ti chiama “merdaccia”
o la solita signora “Silvani”
che manco stavolta te la molla
e sono vent’anni
che ci provi
e a te stesso dici
“ci riprovo l’anno prossimo
mia bella”
arrivò l’estate della politica
messa da parte
del gossip chiacchierato
delle veline posate ad arte
su barche dal metraggio smisurato
l’estate del magnate invidiato
che 1.000 euro per notte
spende a “Cala di Volpe”
e quella del povero “cristo”
che deve aver risparmiato prima
per spendere 40 euro
alla pensione “Lima”
un’estate fatta di tradimenti
come in un festival di corna
ma anche un’estate di sentimenti
per quelli che si giurano
amore eterno
per rendersi conto poi
che l’eterno amore
è la classica stronzata
detta si col cuore
ma che poi si perde
tra bollette da pagare
fine mese al verde
figli da educare
e un mutuo della casa
che non ti lascia scampo
e ricordi con nostalgia il tempo
del sacco a pelo e della canadese
delle lunghe attese
aspettandola arrivare
di quella scopata
senza troppe pretese
e ora che malinconia
vederla invecchiata
quasi sfatta
lì allungata sulla sdraio
mentre anche la sua fantasia vola
leggendo le avventure
di un aviere di Liala
è la solita estate
con le solite cose
con quell’indiano
un po’ grosso
che ti vuol vendere rose
dal bocciolo stretto e rosso
è l’estate degli artisti di strada
che – mal che vada –
raschiano il barile fino all’osso
per mettere insieme quattro lire
o – per meglio dire –
qualche spicciolo d’euro
che da quando è arrivato
pure l’amore di strada ha inflazionato
è l’estate delle puttane nei viali
illuminate dalla luce fioca
dei lampioni
cosce al vento e tette all’aria
slave africane italiane
ma anche russe
e soprattutto nigeriane
ma è anche l’estate dei travestiti
del “famolo strano”
di assurdi menage
o di chi pratica il bondage
un sesso tutto nuovo
quasi un’aristocrazia
e io che guardo rifletto e penso
e che tutto sommato
strano non trovo
chi percorre questa nuova via
è arrivata l’estate
e con essa la tintarella
presa crogiolandosi al sole
baciati dai suoi raggi
spalmandosi oli e creme
per far invidia al povero collega
che s’aggira nei paraggi
è anche
l’estate di chi s’abbronza
con le pillole di melanina
un giorno e te lo vedi
dalla sera alla mattina
scuro scuro e quasi non credi
che quello è proprio lui
il tuo collega
e più lo scruti e più lo vedi
e più ti rendi conto
che al peggio non c’è fine
“cazzo cos’hai fatto”
gli chiedi spaventato
e lui ti risponde per le rime
“seguo la moda
mi sono abbronzato”
in cuor tuo lo compatisci un po’
e poi ti viene uno strano pensiero
se gli si è scurito anche quello
che da un pezzo più non usa
eh si proprio lui…l’uccello
è proprio arrivata l’estate
coi suoi temporali
e le stelle cadenti
la notte del 10 agosto
e che tutti in qualche posto
si mettono a scrutare
occhi fissi al cielo
per esprimere un desiderio
sempre lo stesso
e la malinconia cala come un velo
constatando con amarezza
che non s’avvera mai
e ti attanaglia la tristezza
è sempre la solita estate
coi ristoranti affollati
la musica all’aperto
col liscio in Romagna
tra piadine e crescioni
e un ballo stretto con la mora
sognando i “rigatoni”
a Roma gli stornelli
che come diceva Rascel
“so sempre quelli”
mentre all’ombra del Vesuvio
“O surdato nnammurato”
fa da colonna sonora
“Filumena Marturano”
affollate sono pure le piscine
surrogato di un mare
per chi se ne resta in città
poveri sfigati senza una lira
che sciacquettando qua e là
passano la giornata
aspettando il calar del sole
per ricominciare poi domani
sempre soli senza scambiar parole
con chissà quali pensieri
per la testa
col “Corriere dello Sport”
in tasca
leggendo della Ternana
che anche quest’anno
è restata dove sta
ovvero in serie B
mancando ancora una volta
la serie A
è l’estate delle autostrade affollate
delle code ai caselli
degli autogrill assaltati
di informazioni prese solo
per aver notizie dello sciopero
dei controllori di volo
la solita estate
dei traghetti stracolmi
per andare in Sardegna
e vivere come in un sogno
un giorno a Porto Cervo
sgamato lontano un miglio
che sei un disgraziato
mentre tuo figlio
ti chiede da bere
ma a te non è dato
perché troppo caro
entrare allo Sporting Club
e nel rispondergli
ti si impasta la favella
e ti guardi in giro
sperando
di trovare una fontanella
è arrivata l’estate
coi musei chiusi
e ti chiedi a cosa vale
essere ricchi d’arte
se poi non t’è dato
andarli a visitare
è sempre l’estate
delle code alle poste
speravi di farla franca
con quella bolletta in mano
dici a te stesso
“la gente è in ferie
a pagarla ci vado adesso”
e non credi ai tuoi occhi
ma percepisci al volo
che ancora una volta
t’hanno fatto fesso
è aperto uno sportello solo
è l’estate delle città deserte
chilometri di serrande chiuse
in giro non ci sono offerte
e pensi fra te e te
che alla riapertura
ci sarà il due per tre
è l’estate coi pensionati
al centro commerciale
seduti qua e là
a respirare
l’aria fresca del condizionatore
anche questo è un modo
per stare freschi in ferie
la solita estate con gli ospedali
usati come parcheggio anziani
e con i cani
abbandonati per strade deserte
reato questo
che spero presto
venga perseguito
perché non si può amare Fido
in autunno inverno e primavera
e lasciarlo in estate
davvero ci vorrebbe la galera
questa estate con la sua afa
il solleone i temporali di Ferragosto
i barbecue all’aperto
i concerti delle star negli stadi
Ligabue D’Alessio Jovanotti
le feste del patrono
la banda la riffa e i botti
questa estate così uguale
e mai diversa
questa estate persa
dietro il calcio estivo
pieno di speranza
ammirando Del Piero Totti
e qualche giovane
che con la palla danza
eccola qua l’estate di quest’anno
uguale a quella del passato
cambiano gli attori
ma non il significato
la Ferrari vola sempre
con Schumacher e Barrichello
e nelle moto non ce n’è per nessuno
vince sempre quello
quello col 46 giallo
si lui il giovane irriverente
che beffa gli avversari
con fare impertinente
è poi tempo di cinema all’aperto
di serate al parco
per chi resta in città
di slogan coniati per attirare gente
come quello letto tempo fa
che recitava un accattivante
“R‐estate in città”
e chi resta ha i ventilatori
accesi
così come gli zampironi
aperte le finestre
e sudate le canotte
e si guarda in TV
l’ennesima replica
della Principessa Sissy
e del suo amato Franz
e gli occhi sono sempre fissi
sul viso della Schnaider
e ti viene da chiedere
per quale atroce destino
sia finita com’è finita
lei così bella
morta suicida
è l’estate delle sfilate
preite a porter
delle modelle piatte
come tavole da surf
di taglie improbabili
e ti chiedi cosa in donne siffatte
si trova da palpare
se non qualche osso
da accarezzare
e te lo chiedi
con l’ipocrisia di chi sa
che tanto
quella roba là
mai l’avrai
e fai come la volpe con l’uva
tanto era acerba
ma una cosa te la chiedi
seriamente
come fanno sti stilisti
con prezzi da capogiro
a vendere vestiti
e fare fatturato
e con tristezza pensi
alla tua maglietta
e ai tuoi pantaloni
comprati in liquidazione
da Marcelloni
fai quattro conti e t’accorgi
che con quello
che hai speso per vestirti
da Armani o Cavalli
da Ferrè o Valentino
non ci compri
manco un pedalino
e t’assale lo sconforto
e ti viene voglia di gridare
“viva la rivoluzione popolare”
e quasi quasi alzi il pugno in aria
e vorresti trionfasse
la giustizia proletaria
poi mentre pensi
mentre rifletti
fai zapping in TV
e ti vedi Bertinotti
tutto cashemere e vigogna
elegante
quasi inglese
nel fraseggio e nei toni
e allora ti rendi conto
non senza vergogna
che tu continuerai a vestirti
da Marcelloni
altro che vigogna
è proprio l’estate di sempre
coi giovani della buona società
a zonzo con la spider di papà
cercando di rimorchiare qua e là
qualche bella gnocca
da mettere in mostra in discoteca
facendo la solita scommessa cretina
“la trombo prima di domattina”
o magari si rintanano
in qualche elegante tinello
facendo quattro tiri
dallo stesso spinello
e questo se tutto va bene
perché se le cose si mettono male
si ritrovano a tirare cocaina
o peggio ancora
a spararsi in vena
un over dose di eroina
è l’estate delle crociere Costa
dei villaggi turistici
degli animatori che sembra
facciano a posta
di puntare la signora
elegante e sola
che ci pensa
ci ripensa
e poi ci sta
tanto bene sa
che il marito
con la scusa del lavoro
se ne sta in un letto
chiappe all’aria
a fare il galletto
con la segretaria
o peggio ancora
con la tua migliore amica
proprio quella che con te
beve ogni pomeriggio un tè
un’amica falsa
come l’oro di Bologna
che mentre con te parla
scherza e ride
da perfetta carogna
già immagina di trasgredire
mentre tu sei in ferie
e mentre l’aitante animatore
su di te si sta impegnando
tu immagini il tuo uomo
che con insospettato vigore
la tua amica si sta scopando
e allora inciti il tuo giovanotto
a darci dentro con più lena
a far salire la tua foia
tanto sai non vale la pena
di non sentirsi troia
è la classica scopata con il botto
poi ti accendi una sigaretta
rilassata e soddisfatta
e al telefono la sera
“No amore non c’è fretta
se hai da lavorare
che estate che estate
che estate che ci aspetta
ma qualche novità
quest’estate la porta
sono gli amori nati in rete
in una sorta
di messaggeria globale
dove ci si incontra
per una relazione virtuale
e se poi la voglia cresce
ci scappa pure
l’appuntamento reale
con finale sempre quello
ovvero il tradizionale
consumato
in una camera d’albergo
raccontando
che col partner
le cose vanno male
anche se non è vero
ma è la scusa usuale
per giustificare l’icornamento
stanno insieme
un paio di giorni
dando sfogo ai desideri
reconditi
alle voglie malcelate
dandosi poi appuntamento
per un altro incontro
è il mondo irreale del Web
dove tutto è concesso
e dove vien fuori il paradosso
che magari tua moglie
vuol la stessa cosa
ma tu a lei non confessi
le tue voglie
e così ti trovi la scappatella
la stessa che poi
trova anche lei
che mondo di felici cornuti
ma alla fine
un risultato s’ottiene
si salvaguarda
l’unione matrimoniale
e più del prete
è il caso di dirlo
poté la rete
è la solita estate
piena d’incidenti sulle strade
di macchine accartocciate
di scooter fracassati
di caschi non portati
l’estate come bollettino di guerra
alla fine
di morti se ne conteranno
a centinaia
e si faranno i paragoni
con l’estate passata
un macabro rituale
che nulla ha di spirituale
che estate che estate
che estate che ci aspetta