Sono

Sono il dubbio che come fuoco mi divora
Sono la notte insonne che dell'inquietudine è compagna
Sono il tremore febbrile dell'incertezza
Sono il morso schiumante di un cavallo pronto per la corsa
e le sue froge dilatate segno di impazienza
Sono l'uomo delle dicotomie, quello del bianco o nero
del tutto o niente
Sono la passione potente del vento che piega gli ulivi
e la brezza delicata che accarezza i fiori
Sono il freddo del ghiaccio che gela il cuore
e la brace ardente che lo riscalda
Sono il filo della lama che non esita a colpire
ma anche lo scudo pronto ad ergersi a difesa
Sono l'argilla che plasma una maschera impassibile
indossata solo per nascondere le lacrime che rigano il volto
Sono la dura corazza che sigilla le paure di un cavaliere
Sono un alambicco che distilla le parole
e la bilancia che le pesa una ad una
Sono le ciglia inarcate di chi si chiede sempre perché
Il lavorìo di un meccano che non cessa di porsi domande
Sono il Leviatano di Giona che ti divora
ed il Tonno di Pinocchio che ti accompagna a riva
Sono l'incoscienza che apprezza la bellezza del gesto
Lo schiaffo ed il pugno che scuote
la carezza delicata che consola
Sono la solitudine di un meriggio assolato che dialoga con se stessa
La fragilità di un gigante che crolla sotto il peso dei propri limiti
Sono colui che ha generato dei figli
senza sapere se essi hanno un buon padre
Sono il viaggiatore che percorre un cammino lontano
ma che si volta spesso indietro nel tentativo si scorgere la sua casa
Uno fra tanti, ma come tutti, unico.