Sono premesse, attimi
Sono premesse, attimi
di suoni a frugare fiati, in una scena
si fa basso il meriggio con il ronzio del vento
lascia un campo indifeso, a lame.
Zitti, nel nostro farci in parti.
E presi: la scena e l’invisibile tutt’uno
e giù: la terra ha un limite
che esala dalle pozze.
E tu: guardiano d’erba
stendi le mani
ritagli un lago disgelato
un pensiero ultimo, compiuto
migrante dove
se non lo impunti, tattile
ancora molle ‐ oh sì la neve che si scioglie
sui rododendri alla finestra
evapora perfino
e tu sei il vetro, il dito che vi scrive
la visione.