Sono sceso dal volo...

 
Sono sceso dal volo come fanno i piccioni 
licenziato lo stormo e diviso i diametri, 
trattenuto versi per un fremito più lungo. 
Un necessario cambio di prospettiva. Ora 
da questo pezzo di terra che nient’altro è 
che un filo d’erba da risalire, un punto qualunque 
della sfera lontano alle galassie e sospeso all’infinito, 
il panorama è l’ennesimo tratto della linea di contorno, 
quel grado d’angolo frontale, quell’andare di cieli, piume 
al vento ed eco di voci in ritardo. Strano senso di spazio, 
cerniera che stringe il taglio degli occhi nel bianco. 
Invalicabile è la visuale fuori controllo la latitudine. 
C’è una misura nell’aria che non conosco e ne sfioro 
con la coda il limite dello sguardo. Come se gravità non sia 
soltanto un’attrazione ma quell’istinto a lasciarsi andare; 
come se l’orizzonte oltre a coprire serva a fingere 
di trovarsi altrove.