Sottana che fa vela

Quel toccarci con gli occhi e con la pelle!
Annaspare farfuglianti e sghembi,
ibride creature d'altri luoghi e tempi.
Fatta di rintocchi antichi,
leggera creatura di Tufara,
come faccio a non pensarti altrove,
reclinata e mite ad altri baci?
Ti rompi come un'ameba
per essere malata e viva.
Piccolo grande fiore reciso
quando ancora dormiva
la brina sul tuo giovane pube.
Da principe, vorrei svegliarti
con un bacio cullarti,
stringerti e portarti via.
Ma dove ti porto Scugnizza Tufarina?
Cos'ho da offrirti che altri non t'abbiano già dato?
Mancanze, vuoti ed ombre, però
inventano i poeti e tu,
se ascolti, almeno per stasera,
impara ad inventarmi.
Lascia che la tramontana,
con la tua leggera sottana, faccia vela.

Lupo 16‐6‐2000