Specchio
E non vedo che un ciel così bianco
negli spogli miei occhi al mattino,
'che nella notte più nera, io urlando,
ho sporcato la mia gola di vino,
e 'l vacuo sostar poi mi prende
lì dinanzi a quel vetro rigato,
e nel mare dei tuoi poi si perde
il triste animo mio, ubriaco.
E strillai la mia pena a quegl'occhi,
in un Marzo bambino e piovoso,
che dispero poiché alle tue fonti
io la bocca non so o non oso,
ma un ciel si sospeso lontano
no, non pote di certo sentire
di mare il bisogno, di un gabbiano
fra le vele il secco stridìre
e restarono gli urli sospesi
fra il cerchio del nuovo mattino
e il fondo più scuro dei sensi,
come piccoli bachi di lino.