Squarcio di buio
parto di noi stessi
forma flessa del “distesi accanto”.
Rampicanti d’amore
sui muri perversi dei giardini
rimenando sospiri
da bottoni gonfi di contrasti
storie di fermenti
d’acqua e terra, fuoco e aria.
Ancora giorni di pioggia
ore di radici che camminano
zolle riverse
semi aperti e nati
nominati e colti
divisi in due, moltiplicati
per ripiantarli
mai disseminare a vuoto.
Baci all’ennesimo estremo,
come il primo
e tutti da sommare.