Stella solitaria
Cammino sulla strada che mi porta da te
stella solitaria
stesa su una panchina stringi le ginocchia infreddolite
conti le notti e i giorni
che hai davanti e dietro le tue spalle
Parli una lingua fatta di gesti e malinconie
raccogli i pensieri dentro le tasche
di una giacca ormai sformata dall’indifferenza
stai lì, piccola anima
nell'abbraccio soffocante dell’inverno
che gela i respiri e le speranze
sognando la carezza lieve di una primavera sfiorita
Strada aliena e lontana avvicina popoli sconosciuti
è riparo precario
una casa prigione
strada libera amante
oppure squallido palcoscenico di vite svuotate
Ogni giorno sento i tuoi passi
sul selciato morbido di pioggia
che come petali appassiti
profumano marciapiedi solitari
Il cielo allunga la strada
la riempie come un vaso
con la paura e la solitudine a tenere la mano
corde invisibili legano
incatenano a questa strada
corde che feriscono la pelle e il cuore
Un lampione illumina il viale
abbaglia la tua anima indifesa e nuda
accecata ti copri gli occhi
stendi la tua vita su un cartone
sotto bei balconi fioriti
attenta a non disturbare una città senza più sguardi