Strane idee mi frullano in testa
Saccentello
nell'immaginare che i grandi poeti
alla fine dei loro versi
non siano rinchiusi nelle tombe
ma continuano a vivere
in quello che hanno scritto
gioisco al pensiero
di effimere intimità di sepolcri
in consonanza con gli abbracci
infiniti di sentimenti
e ghigni misericordiosi dei silenzi
spettacoli di anime
a sdoppiarsi in bontà
ammantate di penne di pavone
e trasferirsi ad ogni attimo
in ciò che ognuno fa
avvolgendolo di tenui sospiri
e carezzandosi di tutto quel che toccano
nel piacere di pensare
che non c'è miglior fortuna
di ritrovarsi ogni giorno
al fianco di se stesso
.
cesaremoceo
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