Sul campo delle dissolvenze in magenta
Sto passeggiando sul campo delle dissolvenze dilatando il dettaglio internamente fluttuare come creatura alata identica e diversa con l’immagine modificata ho ancora un campo pieno d’ortiche pungenti come sguardi indaganti su verità inventate e costruite senza fondamenta mi assilla ciò che un tempo amavo mi assilla ciò che ho lasciato alla periferia della vita fluttuare accovacciata sopra i massi col libro aperto sul menisco e una mela matura da addentare io che non so nulla e niente voglio sapere ascolto particelle di conoscenze elementari aspettando la vendemmia dell’uva acre l’appagamento non raggiunge chi beve solo orzo a colazione sbottonando la nuova stagione per togliere la giacca alla poesia estensione di pupilla dondolio di un seno sulla trave legno di rovere nudo due sguardi vuoti: elenchi lattine accartocciate un cabernet da cabaret per inseguire ali di libellula volando sulle vertigini dell’insaziabilità ora che anche un tulipano fa rumore e i papaveri hanno notti popolate di spiriti sogno di giorno la città di notte estraniandomi dalla concorrenza anche le insegne illuminano l’alba non basta il sole a mezzogiorno domani avrò un capello a falde larghe per coprire il sole delle ventitré nell’ora del magenta che assorbe tutto il verde il mare sarà una macchia gialla galleggiante a nascondere il profondo nascosto dalle alghe e nulla chiede e nulla resterà.