Sul tavolino c'è il chiaro di luna

Sto sveglia sulla lontananza
‐ è lampante: che poi ritorna 
al posto che occupava sempre

qualcosa di speciale 
qualcosa di normale
presenza volto odore

la chiara scrittura del quotidiano
malauguratamente 
come palla di carta
messa a tacere nel cestino

C’è il poster di cento anni 
ha la faccia del sole 
e un sasso da lanciare al mare
la grande sfida alla gravità
e subito l’abbraccio, dove
specchiare gioie di fragili cristalli

Sono vecchia – ho cento anni
germogli da poco nati sono legni 
le braccia hanno lasciato giri di collane

il collo è un orfano 
è la gruccia senza camicia

come sarebbe facile se fossi te
(darmi la mano quando esci dallo sguardo)

Poesia edita in "Canti di carta" © Fara Editore 2017