Mi innalzai
sulle orde del tempo,
sul profumo superbo
di zagare oscure,
dove l'avido Eros
mi accolse dormiente.
E acerbi germogli
di un pavido vento
mi furono dolci
su fragili porti
di un sorriso accogliente.
Così, saffica,
piansi nel Tiaso
dolecezze svanite
disadorno oramai
di pietre e
rubine e lanterne...
aspettando sbiadita
l'imillarsi del sole
sul pallido ventre.
24 agosto 2018
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