Suoni siciliani(a Tindari)
Melodia dolce
esala dalle colte pietre,
odore di menta e nepitella
fra i gerani esposti al mare
di sabbie miracolose.
Giace, muta, la vetta prodigiosa.
Colpita qua e là
da raggi iridescenti,
cromatica soavità
agli occhi dell’incantato, rivolta.
Proteggi con i cipressi in fila
l’uomo che venne da lontano
per lasciarti immortale firma di poesia
dove sulla stessa terra
egli nacque e pianse
amare lacrime di ellenica vecchiezza.
Piange ancora
fra intrecci di ulivi e rigagnoli d’acqua
quel fischio di vento
accovacciato fra le pietre
aspettando il sorgere del sole,
fra miti tintinnii di campanelli d’aria.