TRe Cento cinquantotto

Accorrete: c'è cura? L'ingranaggio sta disossato nel piatto della disfunzione, due o tre viti seccano prima di girare la testa nel foro. Io sono il mio guasto, millanto ottime referenze per ogni mio pezzo: guardate che fianchi, il bacino un portento, il ventre più dritto della mira migliore. Io sono madre di avaria  e falla, le gemelle sgambettano bene, dalle vene fiorisce la febbre che inceppa e corrode, il cuore una turbina dalla dubbia fortuna. Perché assemblarmi d'inverno? Sprecate le possibilità , consunti i sistemi, tanti componenti sposati a casaccio per un meccanismo che e' marcio, verminoso fino dal vagito.