TRe Cento sessantuno

Non appartengo, non richiamo, non riconduco. La mia radice e' un gomito senza polso, sono disossata da qualsiasi matrice, il calco da cui mi alzo imperfetto e sibillino, la motrice a cui mi ancoro cocciutamente sterile. Perciò mi chiedo cosa si possa dire del mio ventre se non che e' buia previsioneil suo nodoso ritardo, uno scongiuro sussurrato da tutte le ossa intorno, bianche comari, come civette issate a sbandierare la mia resa.