Tagliente eternità
Cerco i tuoi occhi,
le tue labbra,
le tue parole.
Le cerco in volti di uomini sconosciuti. Che
muti non sanno parlare
‐ o forse sono io a non volerli ascoltare ‐.
Perché l'unica mia lingua
è solo la tua. Effimera. Come tutto ormai.
Ricordi. Emozioni. Parole dette.
Vissute. E sentite. Svanite
nel nulla di questi giorni.
E sepolte nell'immensità di quelli passati.
Erro in un labirinto come nel "campo" il pastore dell'Asia,
cercando invano una via d'uscita.
Tutto il percorso è serrato.
Allora avvilita e sfinita mi abbandono in un cantone,
annegando nel profondo di ciò che è stato.
Per vivere, morendo, della sua inebriante essenza.