Tam-tam
Ogni giorno ricordo il mio tempo. Sembra ieri la scomparsa del mio vecchio. E poi riprendo la solita metro, alle 8 precise dopo il bacio frettoloso. Viene voglia di uscire con gli occhi, la prossima fermata è uguale alla successiva e il frastuono dei passi tormenta la superficie dell’asfalto. Sotto gli odori ti riconducono all’origine e il chiuso non è poi così male. Quella telecamera continua a fissarmi, mi rimprovera perché vivo, Vivo?, il tam‐luci tam‐rumori abbatte le voci , fuoriescono esili dalle ante scrostate, luride dagli sputi dello scempio, spolie dal soffio che fugge. Così ricordo il mio tempo.