Tempio d'oracolo
Spore di secondi, di minuti e d'ore,
perpetuan il divenir di giorni, di mesi e d'anni,
in un preludio di verdi colori
‐ frasche di speranza nasciture ‐
Campi Elisi verdeggianti,
eternamente da Zefiro carezzati.
Oh, Speme d'Albore...
che tu possa squarciar l'ombra del buio,
nell'avvento d'ogni nuovo giorno;
sgravar costei dal giogo infame
d'obbrobriose colpe d'avvenire,
vestendoti e riflettendo fanciullesca condizione.
Vergin Sibilla,
ch'atteggi, di profetica virtù, parola,
inversamente all'immutabile propender tuo oscuro
‐ palese parvenza ‐
indossando sol vesti di savia coscienza,
sii alla magione la beneamata benvenuta.
Seppur fosti fonte d'ambigue predizioni
pel dedalo d'accadimenti,
oh, Tempio d'Oracolo,
nel ricoprir tue chiome di chiaror di luna,
ometti di svelar l'inenarrabile responso
e viceversa fa sì d'esser benevola ispirata.
Nella freschezza di note musicali,
di risa gaudenti e di schiamazzi infantili,
altresì di fredde acque cristalline,
scroscianti da rupi scoscese e da rocciosi anfratti
‐ rupestre paesaggio all'Eden riportante ‐
nel coltivar l'epilogo fruttuoso, che non sia chimera,
lusingo me stessa.