Terza lirica d'amore

La tua mano passò sulle mie labbra
si abbandonò al calore della pelle
poi si liberò di una ciocca di capelli
e venne a salutare le mie ciglia.
Iniziasti a calpestare le spine
di un tardo sorriso
impazzivi a sperare in un dopo
sempre più eterno.
Morivi d'amore sapendo che
anche il mio cuore balzava
al pensiero di te,
messaggero di sospiri.
Perché appartenevamo
entrambi ad uno sciame
di pensieri folli,
irrequiete magie da tentare
per riordinare una realtà in fuga.
Ci eravamo spinti in dimensioni
sempre più pregne d'incessante
silenzio.
Tutto sembrava ricominciare
in un altro orizzonte,
dove noi eravamo solo voci
complici di un sogno.