Tic Tac Tic Tac
Tic Tac Tic Tac
le lancette ticchettano sul comò
come martelli alienati
di un orologio immoto
da giorni
colpiscono lo stesso chiodo
ininterrottamente.
E poi ancora.
Tic Tac Tic Tac
mentre fuori non piove
non si alza il vento
non sorride il cielo
neppure il rumore
si azzarda a respirare.
Nemmeno uno scorcio di tulipani.
Tic Tac Tic Tac
vorrei gridare
masturbarmi fino a svenire
liberare la mia libertà
camminare sino a sbriciolare le orme
litigare per un parcheggio rubato
insultare per un sorpasso azzardato
sentire le solite chiacchiere al bar
compiere quei gesti rutilanti
che adesso sarebbero OSSIGENO puro.
Mi manca l'aria.
Tic Tac Tic Tac
“Non toccatevi”
ripete la televisione
altrimenti diventerete non solo ciechi
ma ipotesi prone
sodomizzate da un respiratore
che fa male
decisamente male
perché spegne la luce
dentro e fuori di te.
Nemmeno un orgasmo però.
Tic tac tic tac
e per l'ennesimo giorno parlo con me
ignorando le risposte
gli sguardi
i sospetti
le occhiate invasive di quell'ombra
che mi segue ovunque
come fosse la mia ossessione.
Sono nudo, ma la tua bocca è lontana.
Tic Tac Tic Tac
ballo con la solitudine
abbracciandomi
mentre l'io diventa noi
e le lancette
ricominciano a correre.
Respiro e vivo la nuova stagione.
E i tuoi capezzoli sono germogli rossi.