Tra le note di un tango
Sembra che stesse uscendo a cercar fortuna
‐ l'ho vista a due passi da casa mia ‐ la luna
nel taschino del tailleur e il sorriso
tra le fronde dei capelli.
Quel paradiso
in una tela d’acquerelli, oltre il grigio
dei cancelli: la meta ultima del viaggio
è la dimora perfetta ‐ anfora e letto
decorati in nero ed oro, anche il tetto
della stanza con specchio incantato incluso ‐
serviranno cori, preghiere e fato sfuso
per riuscire a raggiungerla nella giornata
degli dei in crisi d’astinenza da litigata.
Da ignoti, poi, è partita la richiesta
di grazia al primo capo: la festa
era contro la morale e la pubblica quiete,
ma le diete saranno obbligatorie e la sete
sarà sconfitta dal sorgere del gemello
del sole, in futuro. La fioraia e il cammello
si sono conosciuti a un concerto di fate,
le date, sembra, siano state cancellate
su preciso ordine del demiurgo dei coyote
in attesa di una portinaia tra le note
di un tango. Non tornerà più mia cara
‐ l'ho capito ‐ la donna bruna con giara
e corona di luce, sarà andata a svernare
ai confini dell'aurora.
È ora d'andare
con quel che resta: un filo di rossetto,
uno sguardo alle stelle e l'ultimo confetto.