Tra sguardi indolenti… spine strappano roventi...

Seduta sul ciglio di un corpo spento d’armonia,
guardo infrangersi le ali in un batacchio
guardo infiggersi aghi rotti fra le dita.
Polvere sbiadita tra le ciglia
pesa indomabile sulla luce di questo giorno,
vuole che questi occhi si spengano sulle labbra di un tramonto.
La strada sbiadisce sotto i passi pesanti di un uomo…
la rondine perde il suo volo,
cade rapida tra fronde indolenti,
tacita
muore una vita.
È il sole che perde il suo giorno
il male che brucia il cappello,
il vento che sfronda le menti…
spine legate chiudono le bocche di una vita,
strappano roventi le carni che le appartengono…
niente dolore
non è lecito parlare…
la mano cade lecita in quell’inchiostro che dà vita...
niente carta da imbrattare,
niente muro da consumare…
solo l’occhio
che perde stanco
la voglia di scrutare un nuovo giorno.