al parossismo di una mezza luce
falene da ardere
che nemmeno l’estate
freme di tante spezie.
Lume, trasporti nelle crepe
‐dimentico i miei quadri
di nature morte‐
da prima di anticamera
vedo ortensie lì
ad attendermi
le ossa germogliate
sotto i miei volti
alterni
da uno stupore di epiglottide
a nostalgie mesmeriche
e già divento ciglio alato
su transiti di assenze
le mie care ombre
di quando il sole è calmo
e un antro, seppia.
16 marzo 2018
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