Tre Cento Cinquanta
Di acciaio, così mi vorrei. Acciaio le ossa, architettura repellente al collasso, acciaio sotto la gola e. Anche poi giù, tra i seni e le ginocchia , il cuore una vite, un bullone,una lega. Così ripudierei questa serica natura che mi spennella di attenzioni dagli occhi agli alluci, la pelle sgranata dai troppi contrasti, abbocca distratta a mille spuntoni, qui una slabbratura, li' un rappezzo . Acciaio dalla fronte ai calcagni , i miei finimenti più seri del cemento . Ma poi ci penso , guardo l'oblò di un altro giorno: non sono immune. Sono assemblaggio di più razze di acrilico, le mie scintille danno il verso in cui mi rivoltano, una fiamma soltanto riesce a finirmi . Sono impura, io peso ,copro ma non riscaldo. Un tetto butterato. Insincero.