Tre Cento dodici
Che bella sensazione è il morto: morto il
pensiero aspettando l'azione e l'azione
confidando nella spalla del pensiero, morta
la farfalla che incensava l'aria con un turibolo
a strisce arancioni e nere, un vescovo senza
piedi. Morti l'albero che mi conosceva da
bambina, l'autista ed il primo viaggio, il
bidello a guardia del faro della ricreazione.
Morta la lezione e l'insegnante, e la lavagna,
resistono forse solo i suoi disegni, più
giovanili, impiccati al muro, nere reliquie.
Che strana sensazione è il morto e come
muore ogni giornata scavando un loculo
dietro i cuori, lì dice resta per far ricordo
ma incancrenisce al tempo anche ciò che è sano.