Tre Cento due
Scrivere non è intendersene di incastri,
limare le lettere fino ad assottigliarne lo
spuntone, ago per la tana giusta.
Scrivere è forse questo dolore che mi
prende all'improvviso, che si moltiplica
senza acqua in una scura regione della
mia carne dove le ossa stanno affacciate,
canne albine su un deserto. E' dire mi fa
male qui ed accorgersi che il male è
andato altrove per non essere catturato.
Allora vado a cercare il rimedio tra le
macerie di un soccorso,nella folla degli
unguenti innocui, dei medicamenti assorti.
in quella fossa comune travestita da
sanatorio si accatastano gusci e noccioli
di parole già spolpate e tutto ciò che trovo
è solo un verso, una puntura senza
cura che inietta alla pagina il mio supplizio.