Tre Cento novantun

Una scrollata di spalle non sarà mai frullio di ali: la pena resta, piombando gli alluci all'inferno. Tu raccogli applausi, il mio pubblico e' una botola in cui le ossa perdono candore. Non un angolo della mia pelle che alzi la mano per uscire dal tuo contagio, solo si scuote, convinta di salpare. Ma oggi e' arenata e non si accorge che, in coperta, la carne e' stremata al tuo telaio. Non sa forse che non si può amputare ai giorni la sacca d'inchiostro con cui scrivere gioia e poi gridare al furto, stringendo fra le dita la lama di cui si e' complici.