Vengono da me a tutte le ore e guai a respingerle!
Vanno accolte e lasciate penetrare: quante volte
le ho sorprese a frugare fra le mie ossa come gatte
negli avanzi per poi trovare il modo di infilarsi
furtive fino alla gola, da lì agli occhi e poi ancora
alle dita. Una trincea di parole affamate è
questa processione che non ha simulacri
ma solo la turgida voglia della piena quando
tuona fuori poco curandosi di ciò che ha
intorno, solo satolla del proprio conato.
16 agosto 2012
Altri contenuti che potrebbero piacerti
La parola è silenziosamente rumorosa: spesso gli occhi sentono meglio.