Poesia
Tre Cento ottanta
Il tuo svezzamento fu di grano, io trascino la franosa zavorra dei miei carboni, scansare le mie fuliggini e' talento, sgombrarmi fortuna, troppo nota la strozzatura in cui i miei fianchi ansimano arresi. Cavilloso e' il codice che svela i miei untori, ma alcune tagliole partoriscono piume. Quanto vorrei somigliare a ciò che ti assunse, risucchiandoti in un foro del cielo, una buca fra le stelle dove tu ti espandevi . Seduto, senza lavagna, avido di tutte le storie sul luccichio.