Tre Cento ottantacinque
Anestetizzata la parte di me che doveva vigilarmi da sveglia: molliccio il mio coraggio, inconcludente l'aggancio fra le valvole e la lingua. Dice poco l'irrorato, ogni tanto bussa ma credo piuttosto dia testate, le arterie tutte intorno ne portano la pena. E che dire poi del mento? Dritto e' dritto, ma come soffre la sua postura di capotavola del viso. Se le ossa di pescatore sono sempre imbiancate fresche di salmastro, sulle mie sfiorate dalla stretta del nuovo capomastro, meglio andrebbe apposto un cartello, grande quanto la struttura:" Non accostatevi, pungiamo, da quando sappiamo come e ' tonda la gioia e siamo qui che l'aspettiamo".