Tre Cento quindici

Hanno pagato un sicario, non so chi n'è quando compirà ciò per cui e' stato ingaggiato. Ho sulla gola la taglia giusta al suo affondo, lui conosce l'odore del mio passo, con le costole ha eguale dimestichezza, con la mia pelle e' un artista. E' un proiettile perennemente eccitato, sta al casello della tempia con serietà di vestale e non vede l'ora di trapassarmi la mente. Questo sicario spuntato e disarmato si chiama ricordo , non ha grilletti solo sapori. Allora ecco come mi ucciderà, facendomi ricordare questo giorno o quell'altro, chi mi verso ' da bere, chi mi cuci' il bottone, chi mi mise nel piatto la porzione più grande , chi mi aiuto' a trovare la strada. Il ricordo e' spietato quando arriva nel mezzo del giorno in cui vorrei provare la vita, lui sta la', mi raggiunge al buio a dirmi che e' tardi, che quello già avuto, già fatto sono le occasioni migliori. Che e' tempo di lasciargli fare ciò per cui e'stato pagato.