Tre Cento settantotto

DIcono non abbia cuore il mio cuore, che somigli ad un condotto di venefiche eredita' , un malefico segno di guerra che si trasmette accostandosi ad uno degli atrii. Dicono pesi ed ingombri pur scarnificato del suo contenuto , tutto irrimediabilmente evaporato da non so quale tocco o rintocco . Eppure e' qui ,più sotto della mia sete, più su dei miei desideri , del piacere e della culla. Continua il suo mestiere, gli obblighi indigesti per cercare di macchinare senza macchiare. La sua rosea previsione si rannuvola in fretta quando, trovato il componente perfetto, si scopre smussato e sbalzato sul nastro di un turno.