Poesia
Tre Cento Trenta
Non so cosa cerchino a turno nella mia iride:
perdono qualcosa e poi me ne regalano una
copia. Ecco, sta là la gioia che non c'era prima,
più sotto uno stiletto, e la cura e la magia, e
l'irruenza sopite. Vuoi vedere che tutte le cose
stanno acquattate fra le mie ciglia e le
lacrime?Io sto sempre spalancata, il
mio sguardo è una fiera puntuale, l'allestimento
costante. Eppure è come se mi portassi
nell'azzurro una croce, un ago che impala
l'età del mio peccato. I miei occhi sono una
casa scoperchiata, un tronco senza più
busto a cui si viene facilmente a contarne gli anelli.