Tre Cento trentacinque

Il giorno in cui sono stata fatta era un girone perché mi porto ancora intorno alla vita certe smagliature  da unghiate, come avessero voluto ricacciarmi dentro . Al gorgo, all'imbuto da cui sono inopportunamente passata. Io che ho gabbato il setaccio scendendo a valle con l'oro, con i semi già battezzati, io andavo mondata, messa a bada, legata, corretta. La mano dietro la schiena, la voce modulata sul vento. Il giorno in cui sono arrivata avrei dovuto smettere subito. Ancora non ho chiaro il senso di questo incedere che inciampa, del sollevarmi che mi scava, del cercarmi che mi smarrisce.