Tre Cento trentuno

La mia casa non ha culle, la mia pancia
è senza nomi. Sono passate di qui tante
mani ad impastarmi con ingredienti
spenti e dosi confuse. Adesso vorrebbero
mi tenessi la loro elargizione bastarda.
Ma a cosa serve un guscio senza
gheriglio?Una morsa senza denti?
Ciò che fa male deve far male e ciò
che è pieno non può esser leggero.
Ditemi: sono forse una stiva?
Uno scantinato, un ripostiglio a cui
affidare l'antico ed il troppo?
Andate via se non sapete risparmiarmi
almeno una bugia, sloggiate in fretta
e fate i bagagli. La mia pancia non ha
nomi ma il mio  petto ricorda la vostra
faccia, sa additarvi e la paura
non avrà mai tane.