Poesia
Trentotto
Ho paura di gridare mare se il mare
oggi naufraga nel tuo nome.
E sono due giorni che le onde vanno
cercandoti, che la risacca è schiumosa
moviola della tua voce. Perfino il tramonto,
dopo averti assaggiato, ancora detta
la tua carne alla terra che, obbedendo,
ti scrive dovunque.