Tristezza
La mia tristezza nasce
dalla linearità dalla monotonia e dall’incedere
sempre uguale
delle cose del mondo.
Chiamo cose le persone e tutto quello che le riguarda
gli affetti e i passi della loro vita
la confidenza e il tempo che nascono e crescono insieme
partono come rampicanti dai piedi
di due persone che si amano.
E mentre le uniscono sempre di più nell’intreccio
le orna con foglie e fiori, a stagioni,
esaltano anche la loro natura e l’istinto di prevaricazione
che l’uomo ha preso dall’animale
e ricompaiono i demoni
che quando siamo liberi da vincoli sono assopiti.
Questo intrecciarsi di
confidenza che diventa intimità
tempo
caratteri
demoni
viene preso dall’amore, che come un giardiniere,
cura la sua gabbia
e aumentano le foglie e i fiori
ma anche le spine.
Poi succede che si può essere abbastanza forti
per allargare la gabbia e viverci dentro
lottando insieme per allontanare le spine
oppure non a sufficienza lasciando che le spine buchino le nostre vene
il sangue esca e scivoli via insieme all’amore.
E la bella pianta rampicante si secca e in un attimo,
basta un movimento brusco, si polverizza
liberando le persone la confidenza il tempo e i demoni.
Del vecchio intreccio, ormai secco e giallo,
senza foglie ne fiori, e con le spine talmente deboli
che se le tocchi cadono
restano solo i ricordi,
prezzo che dovrà pagare l’amore nella costruzione del nuovo intreccio.
Io credo che si possa cambiare questo meccanismo
credo di poterlo fare anche io
solo che non ho le istruzioni
non ho il tempo ne il cuore abbastanza integro per provare tutte le strade.
E qualunque metodo utilizzo ci ricasco sempre dentro.
A questo punto non mi resta che lottare
per togliere le spine.