U no more
La pioggia che picchia sul tetto quando stai in mansarda.
Concerto eccezionale per tegole lucernario e rame da grondaia.
Percuotono le gocce. Spigoli e superfici. Ricavano suoni non provenienti da nota. Da pentagramma che ragiona. Da spartito di cervellone. Semplicemente fantastico.
Ci potrei morire dentro beato certi giorni ma. Ma certi altri giorni invece turbano. Angosciano. Spaventano e rovinano tutto. Troppo liberi, troppo estemporanei. Troppo rigorosamente anarchici. Coro fuori dal coro.
Non prevedibili né anticipabili, codesti suoni. L'ignoto spaventoso attimo dopo mi sorgono o forse il vero mio io latente e minano pertanto la sicurezza di me e l'armonia d'un mentre altrimenti come detto soave.
Insopportabile. Ci vado! Dove?
Ad istruire le nubi. Ad accordarle ed a farne un'orchestra, che appropriata suoni una musica sempre consona. Composta da noi e conosciuta negli sviluppi. Poi ci faccio una bella compilation di canzoni scelte e. E dopo dal letto col pioggia comando potrò stare finalmente in pace.
Senza sorprese e naturali avvenimenti che infausti vogliono sottolineare quello che non dovrebbero. Certi giorni. Proprio non dovrebbero. Non dovrebbero. Non dovrebbero.