Umile Storia Del Mondo

La Genesi

In principio era nulla...

Ma lucciole giganti
sorseggiarono bambino l'azoto,
l'aria esplose calda
e dentro quell'immenso vuoto,
un tuono risuonò...

Tra tempeste ad orizzonti,
sopra mari azzurri e verdi
sterminate praterie.
Giostre di latte e stelle
giocavano con i nostri Dei:
lance acuminate in guerre
e scudi, persi nella civiltà!

Ed ora i pianeti
s'inseguono in un giro tondo infinito,
ora le stelle,
senza occhi, cadono libere a terra,
nessuno le catturerà...

Bocche di fuoco e mille lune,
mari caldi e blu profondo,
enormi alberi di ulivi!
Gas e polvere e silenzio,
solo gl'urli dei nostri Dei
combettavano la pioggia
su quell'immensa civiltà.

Ora il nulla piu non sarà...

La Prima Vita, la Natura e l'Evoluzione (Il primo uomo)

Poi...
si accese una luce,
nel gelo, un calore
una grotta,
riscaldò
e nella muffa
s'apri un guscio
di verde vita!

Un involucro
di dura scorza
rosso fuoco
s'avviò
verso il mare
e lì restò...
per anni ancora.

Fronde verdi ed alberi umidi,
accolgono adesso i voli imperici
degli uccelli dalle grandi ali.
Abeti ora regalano, a atavici
esseri del sottobosco nuovo,
ombre e i funghi crescono sui rami.
Cadono le foglie e ora colorano
di tappeti magici le selve,
quando questo fiore fiorirà
sopra quest'immensa civiltà?

Ora...
sopra le spiagge,
rinsacca e risale
il mare
e il guscio molle,
ha rovesciato.
Quell'animale
ed i suoi simili
le coste hanno invaso.

Mille creature,
mille colori,
popolarono
gli antri scuri e l'aria,
verso le terre
e li rimasero
per anni ancora...

Piano s'iniziò poi il declino,
di un'evoluzione o di un cammino,
che porto ad esseri capaci.
Piano si svegliarono quei corpi,
piano si alzaron da terra gli occhi
presero le mani poi forma ardita.
Arme, lance e punte non di Dei,
che di certo con le stelle non giocarono,
ma per cacce ed uccisioni atroci sai,
preser forma in quell'immensa civiltà!

L'Evoluzione II (Tribù, Villaggi, Città)

Nelle grotte si consumano
le notti di quegl'uomini,
fra le grida delle belve

la fuori che s'intrecciano
col vento che dimora
nelle piante, fra i lor rami,

fra le serpi che ora strisciano
tra le dune della sabbia
e la fiamma che ancor scricchiola,

trasportando il fumo‐salma,
verso un cielo colorato
di un intenso
blu...

Pellicce calde di animali,
carne e sangue serviranno
per il freddo inverno e lungo.

Cacciatori cosi muovono
dentro le foreste buie
a cercare cacciaggione...

Contadini improvissati,
curvi al sole, al vento e al mondo,
ora fanno da mangiare.

Lungo il fiume, terre umide
limo adatto a coltivare,
palafitte e pescatori:
le tribù!

Si raccolgono le legne, si rattoppan le dimore,
paglia e fieno e tronchi marci, per creare la città,
Come funghi crescon ora, folti i tetti dei villaggi,
si redigono le leggi e si eleggon ora i saggi,
poi i guerrieri e i predicanti di chissà che divinità!

Lance e spade e scudi e punte sempre piu acuminate,
non per Dei o per cacciare, (ora solo avversità)
ergono i soldati effimeri dalle loro forti braccia,
e delinean territori, tracce rosse e in terra sangue:
guai a chi calpesterà la mia privata proprietà!

Ma non basta,
poichè alzata
la vista,
si è scorte, dillà
nuove terre
e possibilità!

Ma non basta:
acclamata
la propria
superiorità,
ora corron
le città...
Veloci le città!

E non bastano lance e spade e scudi, no!

Le Età moderne/Disevoluzione

Violini suonano
nell'ombra sinfonie
che orecchio umano no,
non può comprendere:
Nell'aria umida
rimbomban secchi,
ferro e cemento
e astri vecchi
dall'alto cadono:
si sente un suono...

cammina l'uomo...

E si fa grande adesso quella paura,
boschi neri e fitti, alberi dai tronchi lunghi
sono solo scudi e lance dalla punta scura,
sui rami crescono velenosissimi funghi!

Rintocchi flebili
di tamburelli
di tela ruvida,
scandiscono le ore.
Passano piano
i giorni tetri,
e carni putridei
d'imbelli vittime
copron le strade...
si sente un tuono!

Striscia ora l'uomo...

L'Età contemporanea/Disevoluzione II

Porte di vetro, lasciate marcire,
lance di piombo fuso nel cielo
bucan le nubi, feriscon le stelle,
fari e lampioni, uccelli di fuoco
lanciano bombe sui tuoi paradisi,
le schedine bruciano la città!

Chi ha ragione è sempre il più forte,
e chi ha più ragione sta sempre più su
di chi lavora nei campi la terra,
di chi una terra nemmeno ce l'ha,
sorrisi finti, favori per voti,
nelle cabine c'è la tua libertà!

Guerre per guerre, petrolio per oro,
e più non si gioca con i nostri Dei,
c'è solo una sfida fatta di luci,
di colori di verde, nero e moderno,
spezzate le lance, forati gli scudi,
arruginite le giostre si son!

Piangon le stelle e gli astri di latte,
le lucciole dormono ora impaurite,
da lampioni e fari, dalle lance di piombo,
dalle banche di nitro, 'denaro' è il sogno,
sulle curve schiene dei lavoratori,
piangon le stelle sulla città!

La Morte

Giunge così al termine un ciclo,
ancor prima di aver rivisto
la rossa sua coda infiammata.

La Rinascita (Il Poeta, l'Arista, lo Scultore)

Ma nella distruzione,
s'erge alto fra tutti l'artista.

"O Musa incantata, dolce mia ispiratrice,
regala a me, devoto, le parole con cui dire
in miglior modo cosa c'è che il mondo or afflige,
che gli uomini del futur potran così capire.
Io disegnerò con i miei versi questa effige
dolorosa insanguinata dal nostro tempo avaro,
coglierò codesti frutti troppo acerbi e amari,
per tramutarli poi in un frutto tanto raro
che trovarlo ora non puoi neanche in fondo ai mari,
saprai: son quei frutti arte e versi e scultura,
le vere e uniche armi che tal mondo salveranno,
le vere e uniche lance che salveran Natura,
le vere e uniche forze che gl'uomini oggi hanno!"

Il mio pennello sarà una bandiera,
lancia lucida e perfetta di libertà!
E la primavera, dalla mia tavolozza
di colori splendidi colorerà un'era!
Quell'aria sozza, di melma di potere
via spazzerà con tutta la sua enorme forza!
Starò a vedere quella decadenza
tipica di chi non riesce più a sognare,
cadrà Demenza, cadranno i regni
della democrazia della prepotenza.
Solo i segni più chiari della tela
saranno a vigilare sopra quest'umanità!