Qui, le conchiglie non traducono
le declinazioni del vento
e le ore sono ergastolani
agli arresti domiciliari .
Il cielo è una zebra che semina
vizi e noia con la zampa destra
e annoderei lenzuola in fila
per tentare la fuga da questi sorrisi
parzialmente scremati, se non fosse
per le sbarre così strette.
Non rumino più ruggine di porte
aperte.
Resto, cos’altro posso fare, poi?
Aspettare, qui
è una corsa morta
sulla linea di partenza
e il colpo non era a salve.
9 ottobre 2006
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